Arriverà nelle sale giovedì 6 luglio il tanto atteso Spider-Man Homecoming, il nuovo cinecomic con protagonista l’amichevole uomo ragno di quartiere che vede nei panni di Peter Parker nuovamente Tom Holland, dopo la sua apparizione in Captain America: Civil War.
In occasione della presentazione del film a Roma, il giovane protagonista e il regista Jon Watts sono arrivati in città per raccontarci del film, il primo, tra quelli dedicati all’uomo ragno, che si inserisce nel Marvel Cinematic Universe.
“Spider-Man è un eroe con cui ci si identifica. Rappresenta l’ingresso della normalità nel mondo degli eroi. In più ha qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri, ovvero ha un’identità davvero segreta, e deve farci i conti. Ho cercato di descrivere Peter come un’adolescente comune che, per caso, entra in contatto con poteri più grandi di lui. Questo è quindi un film che adotta logiche da teen movie per poi incanalarsi verso l’epic tipico dei cinecomic”.
Così Jon Watts, regista di Spider-Man Homecoming, presenta il suo giovane eroe, interpretato da un altrettanto giovane attore Tom Holland, il quale racconta divertito la prima volta che ha indossato il costume: “Ho fatto circa una decina di provini. Ho scoperto di aver ottenuto il ruolo solo quando l’ho letto su Instagram; inizialmente pensavo che il sito avesse subito un hackeraggio, ma poi mi hanno contatto e mi sono reso conto che era tutto vero. Tuttavia, la prima volta che ho indossato il costume per le riprese di Captain America: Civil War è stata una delusione, perché era stato cucito seguendo il corpo della mia controfigura e quindi non si adattava esattamente al mio. Quando invece ho iniziato a girare Spider-Man Homecoming, la tuta era perfetta e in quel momento mi sono sentito davvero parte di questo mondo”.
A chi gli chiede in cosa il suo Spider-Man sia diverso da quelli che l’hanno preceduto, Holland risponde soffermandosi sugli elementi peculiari della propria creatura: “Ho voluto realizzare un personaggio che fosse unico nel suo genere e differente, mi interessava soprattutto non offrire qualcosa di già visto. Il mio Peter rimane un liceale che scopre di avere dei superpoteri, per cui ho pensato a cosa potesse comportare questa scoperta per un quindicenne: spassoso divertimento, nel mio caso e nel suo, non certo un peso. Il mio Spider-Man è un teenager che va a ancora scuola e volevo che venisse fuori il suo sentirsi a proprio agio con il dono che si ritrova tra le mani”.
A vestire i panni del villain di questo film, c’è il grande Michael Keaton, ironicamente proprio nelle vesti di Vulture – Avvoltoio, e Holland ha avuto la possibilità di lavorare anche con Robert Downey Jr.: “Sono da sempre un fan dei film Marvel. Da quando ho visto il primo Avengers sapevo che volevo far parte di questo universo. Lavorare con Iron Man è stato fantastico, è stato bellissimo che Robert abbia accettato di fare il film. La cosa divertente è che quando ho fatto il primo provino ho saputo solo pochi minuti prima che ci sarebbe stato anche lui. Quando sono entrato ero molto impacciato, ero così agitato che non mi sono neanche presentato. Solo dopo ho capito di aver recitato con la sua controfigura. Michael è un grande attore e una persona meravigliosa. È disponibile e gentile, ma quando entra in scena il set si trasforma e riesce a dare un’incredibile drammaticità in ogni ruolo. È veramente terrificante, ma al tempo stesso gentilissimo e disponibile!”
E se Holland potesse dare un consiglio a Peter Parker? “No, non credo che potrei dare dei consigli a Peter Parker. Al massimo potrebbe essere il contrario. Lui è sicuramente persona più corretta che conosca. Al tempo stesso è divertente, adorabile, un gran lavoratore, con dei valori e una mente brillante, e sicuramente sa anche come gestire il denaro. No, sicuramente sono io che avrei bisogno dei suoi consigli; anche perché, se avessi dei superpoteri, rapinerei una banca.”
Questo rifacimento di Spider-Man in chiave ordinaria e fanciullesca tradisce anche la voglia di dire qualcosa di importante sui ragazzi di oggi, un aspetto sul quale Watts non ha mancato di dire la sua. “Io penso che Peter Parker possa essere un ottimo modello per i ragazzi, diciamo un simbolo. Lui rende cool il secchione. Possiamo definirlo uno sfigato popolare. Quando io era adolescente non ero certo un ragazzo popolare nella mia scuola, ma sinceramente penso che sia molto meglio un esempio come Peter Parker piuttosto che la classica figura del quarterback.”
Federica Rizzo
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