Dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, l’attacco alla maratona di Boston, avvenuta il 15 aprile 2013, è stata la seconda più grande tragedia avvenuta in terre statunitensi, un affronto da parte del mondo del terrorismo che coinvolse l’esistenza di alcune persone, colpendo numerosi morti e feriti; una tragica pagina mai abbastanza ricordata, recentemente documentata e commemorata in un lungometraggio superlativo (e fin troppo sottovalutato) come Boston – Caccia all’uomo di Peter Berg, datato 2015.
Stavolta ad essere ricordato è il coraggio di una delle vittime di quell’attentato, il giovane Jeff Bauman, un ragazzo la cui vita subisce una svolta drastica dopo essere stato travolto da una delle due esplosioni avvenute quel fatidico giorno, facendogli perdere entrambe le gambe, e con esse anche un equilibrio esistenziale, ma guadagnandosi così nel tempo il nomignolo di “Boston stronger”, ovvero “la forza di Boston”.
Nei panni del coraggioso Bauman troviamo un attore di carattere come Jake Gyllenhaal, qua nei panni di uno dei suoi innumerevoli ruoli sentiti e coinvolgenti, deciso a voler rendere omaggio ad un piccolo eroe nazionale con un’opera che sa di monumento su celluloide; questo dovrebbe essere Stronger – Io sono più forte, lungometraggio che il regista David Gordon Green (suoi Strafumati, Lo spaventapassere e il prossimo sequel di Halloween) tira su con le intenzioni ben chiare, decise a voler descrivere i momenti più sofferti del giovane Bauman.
Il film prende avvio da poco prima che Jeff (Gyllenhaal) decide di partecipare alla maratona di Boston come spettatore, tutto per amore della sua ex-ragazza Erin (Tatiana Maslany); una volta in mezzo alla folla, il ragazzo sarà vittima di un’improvvisa esplosione, causata da un ordigno creato da mentalità terroristiche.
Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa, dato che la tragedia gli porterà via le gambe e con esse la speranza di una vita normale, costringendolo a vivere su di una sedia a rotelle, in cerca di una logica risposta all’esistenza che il destino gli ha riservato.
Ma l’amore della ritrovata Erin, più quella dei suoi familiari, tra cui la madre Patty (Miranda Richardson), spingeranno Jeff a scovare la giusta via per la realizzazione, dimostrando così alla sua città, Boston, di essere molto più forte di prima.
Quando si tratta di documentare storie vere così sentite, ed ancora attuali data la vicinanza con gli anni, la macchina filmica americana è disposta a fare di tutto, anche estrapolare quanto più di retorico si possa tirar fuori dalla vera storia dell’eroe nazionale Jeff Bauman; Stronger – Io sono più forte è quindi quel film che molti si aspetteranno di trovare, con momenti toccanti e scontri emotivi che aiutano alla causa sbandierata dal regista Green, tutto incentivato dall’interpretazione di rilievo del bravo Gyllenahaal.
Non che a lungo andare il materiale mostrato sia di grande appeal, dato che ci è dato assistere anche ai momenti più insignificanti della traversia affrontata da Bauman, però Stronger – Io sono più forte si barcamena in questo spaccato del coraggio a stelle e strisce con l’intento di regalare ai suoi spettatori un benservito degno di nota; il problema è che magari è fin troppo consapevole di questa cosa, ed il tutto rimane quindi nella media più totale, senza guizzi originali e parentesi inaspettate, servendo così solo un valido racconto di crescita che vale la pena assistere per potersi emozionare nel modo più basilare possibile.
Per chi è in cerca di emozioni semplici, e non forti come il protagonista di questo Stronger – Io sono più forte.
Mirko Lomuscio