Amy Sherman-Palladino, scritto in caratteri bianchi.
Ed è subito schermo nero alla tv e in sottofondo la sigla finale di Gilmore Girls.
Intramontabile, insostituibile.
Eppure la regista Sherman-Palladino conservava nel cassetto un’altra perla, uno show scritto ancora prima di narrare le vicende delle ragazze Gilmore.
The marvelous Mrs. Maisel: un candido confetto ripieno di liquore.
La serie tv, firmata Amazon approda negli schermi, in lingua inglese, a novembre 2017. Verrà doppiata poi in italiano all’inizio del 2018.
È amore a prima vista. Scatta nell’immediato quel sentimento a doppio taglio che lega i dipendenti alle serie tv: la voglia di finire tutte le puntate in un giorno e la speranza che non finiscano mai, invece.
Ed è luogo di riflesso e riflessioni, specchio isolato nel tempo che rimanda, non tanto inspiegabilmente, all’attuale.
Miriam Maisel, detta Midge, è una casalinga ebrea sposata e figlia di Abe Weissman un professore di matematica, personaggio acuto che sembra volersi tenere lontano dalle questioni di famiglia, ma che c’è dentro fino al collo e di Rose, una casalinga che aspira alla perfezione delle apparenze.
Siamo a New York nel 1958, Upper West Side.
Joel, marito di Midge, è un uomo d’affari, lavora nello studio del padre e si dedica con scarso successo a esibirsi come comico.
Midge, moglie devota, lo supporta con positività ai suoi spettacoli, appuntando forze e debolezze e scrivendo talvolta lei stessa le battute su un taccuino che porta sempre in borsetta. Durante una serata, andata particolarmente male, Joel confessa a Midge di avere una relazione con un’altra persona, la sua segretaria, e la lascia sola con i due figli piccoli, nella loro casa perfetta.
Lei informa subito i suoi genitori, in cerca di sostegno e mentre il padre le ricorda di essere sempre stato sfavorevole a questa unione, sua madre la prende esageratamente sul personale: una crepa nel quadretto della loro vita perfetta.
Dopo essersi ubriacata, Midge torna nel Comedy Club, dove Joel si è esibito tante volte e improvvisa uno spettacolo brillante. È un fiume in piena, riversa sul pubblico la propria situazione sentimentale suscitando ilarità e in conclusione mostra il seno a dimostrazione di quanto sia attraente. Viene arrestata e portata in carcere per atti osceni in pubblico. La mattina seguente, al suo rilascio, incontra il comico Lenny Bruce, anch’egli in fase di scarcerazione. Bruce avverte Midge che l’ambiente della comicità è una giungla, ma Midge prende la sua opinione come un incoraggiamento.
Ed è qui che comincia il momento migliore.
Vediamo una donna che si è sempre conformata all’ombra di sua madre, lanciare per aria la maschera inespressiva della finta perfezione e calarsi in profondità alla vera ricerca di sé.
Assistiamo divertiti al fiorire della sua intelligenza e intraprendenza. Midge si rende conto che non ha la stoffa per fare la madre e la casalinga a tempio pieno: trova un lavoro che la rende indipendente e nuove amicizie tra cui la preziosa vicinanza di Susie Myerson, un personaggio che sprigiona quella simpatia schietta di chi non ha peli sulla lingua e ti insulta pur standoti vicina e fedele, sempre. Susie è stata la prima ad accorgersi delle potenzialità di Midge e si improvviserà agente a caccia di spettacoli per lei.
Midge si costruirà una carriera nel mondo della stand-up comedy, affrontando con ardore le difficoltà della competizione, raddoppiate per il solo fatto di essere donna.
Passerà al vaglio una serie di numeri e nomi d’arte per far colpo sul pubblico, non sempre con successo, finché nell’ultimo spettacolo calerà davvero tutte le maschere.
“I’m Mrs. Maisel. Thank you and goodnight!”
Ancora una volta, Amy Sherman-Palladino lascia emergere un personaggio brillante, non artefatto che dopo un percorso di delusioni e rivalse si accetta e si mostra al mondo per com’è realmente.
Si parla di femminismo in modo divertente, coraggioso, arguto e spontaneo, senza tralasciare un ingrediente fondamentale: l’autoironia.
Meno Emily Gilmore e Rose Weissman nel mondo e più Lorelai e Midge!
Erika Carta
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