I libri sono ottimi compagni: ispirano, consolano, distraggono e aiutano a scoprire nuovi mondi. Specialmente durante il lockdown sono stati di supporto a una gran parte degli italiani, che hanno dovuto trovare nuovi modi per occupare il proprio tempo e far fronte alla solitudine: secondo un sondaggio di Babbel, un italiano su tre si è dedicato alla lettura durante i mesi di confinamento. Ecco quindi un vademecum linguistico che raccoglie curiosità, parole ed espressioni di tendenza legate al mondo della carta stampata.
Il glossario delle comunità letterarie
Su internet esistono numerose community di appassionati di libri con tanto di acronimi ed espressioni proprie. Uno degli acronimi più comuni è CR, che sta per “currently reading“, utilizzato per segnalare ciò che si sta leggendo al momento. Ma quali sono le altre parole del gergo dagli amanti della lettura? Ecco il glossario realizzato da Babbel:
- Tsundoku: termine giapponese usato per descrivere una persona che acquista libri su libri, che magari non leggerà mai.
- Bookaholic: letteralmente “drogato/a di libri”, indica gli amanti della lettura. Si differenzia da un tsundoku in quanto un bookaholic si immerge subito nella lettura.
- Book therapy: significa utilizzare i libri per affrontare meglio un problema personale o per distogliere l’attenzione da esso. Esiste poi la biblioterapia, una vera e propria terapia psicologica attraverso la “prescrizione” di libri.
- Bibliosmia: la piacevole sensazione data dal profumo di un libro.
- Page-à-vu: sulla falsariga di déjà-vu, questa parola denota l’esperienza di leggere un libro mai letto prima, che risulta però molto familiare.
- Binge-reading: descrive l’atto di leggere molti capitoli, o un intero libro, di fila senza interruzioni, perché troppo coinvolti dalla lettura.
- Book Hangover: è quella sensazione di vuoto che si prova dopo aver terminato un libro molto coinvolgente, che spesso porta i lettori anche più avidi a non sentirsi pronti ad iniziarne subito uno nuovo.
- Shippers: dal verbo “to ship” che significa tifare perché due personaggi di fantasia si uniscano romanticamente.
Il mondo dei libri dietro uno schermo
I bookaholic avranno sicuramente notato una nuova tendenza quest’anno. Qual è infatti l’accessorio lavorativo più trendy degli ultimi tempi? La libreria! Ovvero lo sfondo preferito di molti per le videochiamate di lavoro o per gli aperitivi virtuali. C’è poi chi sceglie molto accuratamente l’inquadratura e lo scaffale da mostrare, mettendo bene in mostra determinati volumi – tra i più gettonati i saggi di filosofia, i grandi classici e i libri d’arte. Per questo è stato coniato il termine “credibility bookcase” come se dai libri che si mostrano dipendesse la propria credibilità e autorevolezza.
Tuttavia, mostrare la propria libreria è un’usanza nata ben prima dell’inizio del lockdown, dello smart working e delle feste su zoom. Da anni infatti i social media contano milioni di shelfie (dall’unione di “selfie” e “shelf”, “scaffale”), ovvero foto di uno scaffale della propria libreria o di una pila di libri – solo su instagram l’hashtag #shelfie conta 2.5 milioni di post. Il mondo letterario si è quindi adattato alle piattaforme social e su Instagram è addirittura nata una community definita bookstagram, dove gli utenti postano immagini e video di luoghi accoglienti in cui rannicchiarsi con un buon libro, condividono estratti interessanti e consigli di lettura. Gli stessi scrittori si sono adattati ai nuovi media sperimentando nuove forme di letteratura su Twitter con i suoi limiti di carattere e thread di tweet: la Twitterature.
Gli scrittori italiani svettano nelle classifiche internazionali
Per concludere, secondo un sondaggio di Babbel, per più di un terzo degli italiani (35%) i libri rappresentano una preziosa risorsa per migliorare le proprie capacità linguistiche. Inoltre i libri, in versione originale e non, aprono la porta a una miriade di storie provenienti da altre culture e prospettive.
Babbel ha realizzato un’infografica con varie curiosità sui libri: i più tradotti e letti nel mondo, i migliori da leggere in lingua originale e molto altro. L’infografica evidenzia come i due romanzi più tradotti al mondo siano “Le petit prince” (Il Piccolo Principe) e “Pinocchio“, con traduzioni rispettivamente in 253 e 240 lingue. Tra i libri che hanno avuto più successo a livello internazionale negli ultimi anni invece spiccano “The pillars of the Earth” (I pilastri della terra) di Ken Follett, tradotto in 33 lingue e con 27 milioni di copie vendute e “L’amica geniale” di Elena Ferrante, tradotto in 40 lingue e con 10 milioni di copie vendute. Se l’Italia con Collodi, Elena Ferrante e molti altri scrittori svetta nelle classifiche internazionali, gli italiani non fanno altrettanto in quanto ad ore settimanali dedicate alla lettura. Con una media di 5 ore e 36 gli italiani passano quasi un’ora e mezzo a settimana in meno a leggere rispetto a svedesi e francesi, primi a pari merito in Europa.