Buongiorno nostri affezionati lettori, oggi, come nuovo episodio delle Interviste impossibili, abbiamo come ospite speciale Giulia Lupetti, attrice, regista e modella italiana con un futuro promettente nel mondo dello spettacolo internazionale e non.
Buongiorno Giulia, parlaci un po’ di te e della tua passione per il mondo del cinema.
Buongiorno intanto a voi e vi ringrazio infinitamente per questa intervista. Beh, diciamo che la mia passione per il mondo del cinema c’è sempre stata da parte mia, soprattutto per quanto riguarda la recitazione. Ho sempre trovato la recitazione un modo per poter esprimere me stessa, per uscire dalla realtà; per avere la possibilità di vivere più vite allo stesso tempo.
Memento Audere Semper, Ricorda Di Osare Sempre, come mai la scelta del motto dannunziano?
Ho scelto questo motto perché esprime in pieno il concetto del messaggio che volevo mandare alle persone. Quello di osare, quello di provarci, per osare io intendo qualsiasi azione che ci possa permettere di sentirci vivi, di provare amore, di rimanere dunque eterni in un mondo fatto di tempi limitati.
Parlaci del suo film: ho notato che c’è un ribaltamento dei ruoli “classici” fiabeschi dove la principessa dovrà salvarne un’altra dalle grinfie di un uomo cattivo (al posto del drago). Come mai questa scelta di trama?
La mia è una favola rivisitata nei tempi moderni, quello che vorrei è poter spiegare che nulla deve essere per forza cosi come ci è stato insegnato o come lo abbiamo visto finora. Voglio aprire le possibilità’ a nuovi scenari a nuovi modi di pensare. La mia storia è una fiaba che ha l’intento non di “e vissero felici e contenti” ,ma più un “vissero osando e in nome dell’ amore”. Per me osare non è andare contro le regole bensì aprire la mente e darsi la possibilità di vedere le cose con punti di vista nuovi che seguono le nostre passioni.
Perché hai preferito la danza alle armi come mezzo di “lotta” contro l’antagonista?
Perché la danza è un modo di osare, un modo di osare con il nostro corpo, farlo muovere in maniera in cui non si muove solitamente. In più ho scelto il tango in quanto fin dal’ inizio e; stata considerata una danza peccaminosa e venne perfino bandita dalla Chiesa. Se non è osare questo.
Com’è stata la tua esperienza sul set di Top Gun: Maverick?
Che dire ancora non ci credo. Condividere il set con un personaggio come Tom Cruise non è una cosa che capita tutti i giorni. Per lo più per un colossal come Top Gun, onestamente non avrei potuto chiedere niente di più. Tom è una persona molto precisa sul set, un vero professionista ma allo stesso tempo, nonostante la sua fama è il primo che cerca di mettere tutti a suo agio sul set. Sono veramente felice di questa opportunità. Un sogno a occhi aperti.
Qual è stato il ruolo più difficile e complesso della tua carriera?
Non ci sono ruoli difficili, ma è difficile piuttosto vivere quando non si è sul set per quel che mi riguarda. Ogni personaggio che ho interpreto è stato un percorso a sé, amare questo lavoro vuol dire amare il processo per arrivare a interpretare e analizzare ogni personaggio che si porta in scena.
Progetti per il futuro?
Sì, sono fiera di poter affermare che sarò giudice a ben due Festival, London Rolling Film Festival e il prossimo Militello Independent Film Fest. Nel frattempo sto lavorando su un ruolo che devo interpretare molto presto e di cui sono molto fiera e allo stesso tempo sto sviluppando il mio prossimo corto, l’esperienza che sto vivendo con Memento Audere Semper, mi ha ispirato e dato ancora più coraggio.
Grazie mille per questa intervista.
Debora Parisi
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